
Negli ultimi anni, il settore della refrigerazione e della climatizzazione ha intrapreso una significativa transizione verso l'utilizzo di gas refrigeranti naturali. Questa evoluzione è stata accelerata dall'introduzione di normative stringenti e da una crescente consapevolezza ambientale, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ecologico dei sistemi di raffreddamento.
L’adozione di gas refrigeranti naturali, come l’R290, è spinta dalla necessità di ridurre l’impatto ambientale della climatizzazione, mitigando l’effetto serra e proteggendo lo strato di ozono. I tradizionali gas fluorurati (F-gas), in particolare l’R410A largamente utilizzato nei sistemi di climatizzazione, presentano un elevato Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP), contribuendo significativamente al cambiamento climatico.
Per affrontare questa criticità, l’Unione Europea ha adottato il Regolamento (UE) 2024/573, entrato in vigore l’11 marzo 2024, che introduce restrizioni progressive sull’uso degli F-gas ad alto GWP, accelerando la transizione verso soluzioni più sostenibili.
Secondo questo regolamento, a partire dal 1° gennaio 2025, è vietato l'uso di F-gas con GWP pari o superiore a 2.500 per l'assistenza o la manutenzione di tutte le apparecchiature di refrigerazione. Inoltre, dal 1° gennaio 2026, tale divieto si estenderà alle apparecchiature di condizionamento d'aria e pompe di calore. Queste misure incentivano l'adozione di alternative più sostenibili, come l'R290, che presenta un GWP significativamente inferiore e un Ozone Depleting Potential (ODP) pari a zero.
Gli ambiti applicativi coinvolti in questa transizione includono una vasta gamma di apparecchiature, dalle unità autonome di refrigerazione commerciale alle pompe di calore residenziali. L'aggiornamento della norma EN IEC 60335-2-89:2022, armonizzata con la Direttiva Macchine dell'UE il 2 agosto 2023, ha permesso ai produttori europei di commercializzare apparecchiature autonome con cariche fino a 500 grammi di refrigerante infiammabile R-290, ampliando le possibilità di utilizzo di questo gas in diversi contesti.
Quali alternative sono presenti sul mercato?
Con l'entrata in vigore delle nuove normative, diversi gas refrigeranti tradizionali stanno progressivamente uscendo di scena. L'R404A e l'R134a, ad esempio, sono destinati a essere sostituiti a causa del loro elevato GWP.
Tra le alternative emergenti, oltre all'R290, troviamo l'R600a (isobutano) e l'R32 (quest’ultimo presente da diversi anni, ma in attualmente in ascesa).
L'R600a è utilizzato principalmente nella refrigerazione domestica, mentre l'R32, con un GWP inferiore rispetto ai suoi predecessori, è impiegato in sistemi di climatizzazione. Tuttavia, l'R290 si distingue per la sua efficienza energetica e il basso impatto ambientale, rendendolo una scelta privilegiata per molte applicazioni. È importante notare che, sebbene l'R290 sia infiammabile, le moderne tecnologie e le norme di sicurezza applicate agli impianti che lo utilizzano minimizzano significativamente qualsiasi rischio.
Formazione per i professionisti: cosa devono sapere e come acquisire competenze
L'introduzione dell'R290 nel mercato richiede una preparazione adeguata da parte dei professionisti del settore. Sebbene l'R290 non rientri tra i gas fluorurati, il Regolamento (UE) 2015/2067 definisce i requisiti di certificazione per gli operatori che manipolano refrigeranti infiammabili, al fine di garantire la sicurezza nelle operazioni.
Diverse organizzazioni offrono corsi specifici sull'installazione e la manutenzione di impianti con gas R290.
Il nuovo Regolamento, infatti, amplia giustamente il campo delle competenze da formare, con un'attenzione particolare a quattro aree fondamentali: impatto ambientale, economia circolare (recupero, riciclo e rigenerazione), sicurezza ed efficienza energetica.
Un aspetto cruciale da considerare è la crescente importanza della sicurezza nell’utilizzo di gas infiammabili in circuiti a pressione. L'adozione di refrigeranti naturali, come il propano, è destinata a diventare prevalente, comportando la necessità di tecnici sempre più qualificati nella gestione di questi gas, sia nelle installazioni che nelle operazioni di manutenzione e smaltimento.
La sfida per i professionisti sarà anche quella di progettare impianti sempre più efficienti, poiché le tecnologie attuali, come i VRF-VRV, potrebbero essere limitate dall'infiammabilità dei gas. Ciò spingerà verso una maggiore adozione di sistemi idronici, richiedendo una progettazione più complessa per mantenere gli alti standard di efficienza energetica dei sistemi a espansione diretta.
Una formazione specifica per tipologia di impianto
Un gruppo qualificato di associazioni del settore (AICARR, Assoclima, Assocold, Assogastecnici, Assofrigoristi, Associazione Tecnici del Freddo, Unione del Caldo e del Freddo Green) ha avanzato una proposta al Ministero per superare l'attuale schema di certificazione. Questo schema, infatti, non soddisfa completamente le esigenze di competenze avanzate necessarie per gestire impianti complessi e non verifica in maniera adeguata le competenze dei tecnici.
La proposta è parte di un documento più ampio che sarà sottoposto al gruppo di lavoro del Ministero dell'Ambiente, incaricato di redigere il Decreto Attuativo per l'applicazione del Regolamento in Italia.
Un aspetto innovativo della proposta è la modularità della formazione.
Non tutti gli impianti sono uguali, e le competenze richieste variano in base alla tipologia dell’impianto e alle tecnologie utilizzate. Ad esempio, la formazione su gas come l’ammoniaca o la CO2 non è necessaria per i tecnici che si occupano di impianti di climatizzazione domestica, ma è fondamentale per chi lavora nel settore della refrigerazione commerciale o industriale.
Un altro punto innovativo riguarda il rinnovo delle certificazioni: non sarà più basato su un semplice esame di rinnovo, ma su aggiornamenti formativi che ampliano le competenze del tecnico.
Questo approccio stimola l'acquisizione di nuove conoscenze, come quelle relative all'efficienza energetica, e consente ai tecnici di offrire un servizio più qualificato e competitivo sul mercato, rispondendo meglio alle esigenze di clienti che richiedono impianti sempre più efficienti.
Con l’adozione crescente di gas alternativi come il propano (R290) e l’anidride carbonica, diventa essenziale che i tecnici acquisiscano competenze specifiche non solo nella gestione dei nuovi refrigeranti, ma anche nel recupero e nella rigenerazione di questi gas. La certificazione e la formazione devono coprire tutte queste necessità, affinché i professionisti possano operare in totale sicurezza, garantendo la qualità e l’efficienza degli impianti a lungo termine.
Opportunità di business: sfruttare il cambiamento e comunicare i vantaggi al cliente finale
La transizione verso l'R290 non rappresenta dunque solo una sfida, ma anche un'opportunità significativa per i professionisti del settore. Offrendo soluzioni che utilizzano refrigeranti naturali, le aziende e gli installatori possono posizionarsi come promotori nell'innovazione sostenibile, rispondendo alle crescenti richieste di mercato per prodotti ecocompatibili.
In fase di acquisto di nuove apparecchiature, è fondamentale verificare la conformità alle normative vigenti e assicurarsi che i sistemi siano progettati per l'utilizzo con R290.
Comunicare ai clienti i vantaggi dell'adozione di soluzioni con R290 è un elemento chiave: minori emissioni, maggiore efficienza energetica e rispetto delle normative ambientali sono aspetti sempre più apprezzati, anche in ambito residenziale e commerciale. Investire oggi nella formazione e nella proposta di tecnologie compatibili con i refrigeranti naturali consente di differenziarsi sul mercato e anticipare le future evoluzioni normative.