
Novità in ambito lighting che aprono interessanti opportunità di mercato.
E richiedono competenze tecniche avanzate per la progettazione, l’installazione e la manutenzione degli impianti di sicurezza.
Le nuove edizioni delle norme CEI EN 50172:2024 "Sistemi di illuminazione di emergenza di evacuazione" (ottobre 2024) e UNI EN 1838:2025 "Applicazioni illuminotecniche -- Illuminazione di emergenza per gli edifici" (febbraio 2025) stanno ridefinendo completamente l'approccio progettuale e installativo nel settore dell'illuminazione di sicurezza.
Per progettisti e installatori elettrici, questi aggiornamenti rappresentano un cambio di paradigma che impone nuove competenze tecniche, protocolli di verifica più stringenti e opportunità di business in segmenti applicativi prima trascurati.
Distinzioni operative fondamentali per progettisti e installatori
La corretta identificazione delle tipologie di illuminazione costituisce il primo passo critico per ogni professionista del settore.
La illuminazione di sicurezza risponde a precise disposizioni legislative e norme tecniche CEI, con l'obiettivo primario di salvaguardare le persone durante evacuazioni o operazioni essenziali in condizioni di oscuramento. Vie di esodo, uscite di emergenza e aree critiche richiedono illuminamento minimo di 1 lx sulla fascia centrale delle vie di esodo fino a 2 metri di larghezza, mentre per vie più ampie il requisito si estende all'intera superficie calpestabile escludendo una fascia perimetrale di 0,5 metri.
La illuminazione di riserva, invece, garantisce continuità operativa senza vincoli normativi specifici per la sicurezza delle persone. Data center, attività commerciali e processi industriali utilizzano questa soluzione per mantenere operatività ridotta durante interruzioni dell'alimentazione ordinaria.
Il progettista ha piena discrezionalità nell'applicazione delle norme generali di buona tecnica impiantistica CEI 64-8.
L'ambiguità terminologica deriva dalla classificazione degli apparecchi secondo la norma CEI EN IEC 60598-2-22, che definisce genericamente "apparecchi di emergenza" tutti i dispositivi, indipendentemente dall'applicazione finale.
Questa standardizzazione industriale non distingue tra uso per sicurezza o riserva, rendendo cruciale la competenza progettuale nella corretta specificazione e installazione.
Illuminazione di area locale: nuovi scenari progettuali
L'introduzione del concetto di illuminazione di area locale nella CEI EN 50172:2024 apre scenari progettuali inediti per ospedali, case di cura, centri commerciali e strutture dove l'evacuazione immediata risulta impraticabile o controproducente.
Questo sistema garantisce sicurezza per persone autorizzate a permanere temporaneamente nell'area durante emergenze, con evacuazione posticipata fino al ripristino dell'alimentazione ordinaria o esaurimento dell'autonomia prevista.
I requisiti illuminotecnici ricalcano quelli dell'illuminazione per l'esodo, ma il livello minimo viene definito attraverso analisi del rischio specifica, mantenendo comunque valori non inferiori a quelli richiesti per evacuazione standard.
La responsabilità dell'individuazione delle aree locali ricade sul redattore del piano di emergenza, creando nuove opportunità di consulenza specialistica per progettisti con competenze in sicurezza e gestione emergenze.
Per l'installatore, le aree locali richiedono integrazione con sistemi di controllo e monitoraggio avanzati, necessari per gestire dinamicamente l'attivazione e la segnalazione dello stato operativo. La progettazione deve prevedere interfacciamento con centrali di controllo accessi, sistemi antincendio e protocolli di comunicazione verso sale operative e centri di controllo.
Sistemi di sicurezza adattivi (AEELS): tecnologia dinamica per l'evacuazione
I sistemi di sicurezza adattivi (AEELS -- Adaptive Emergency Escape Lighting System) rappresentano l'evoluzione tecnologica più significativa introdotta dalle nuove norme.
Questi sistemi utilizzano segnali di sicurezza dinamici capaci di modificare la direzione di evacuazione in tempo reale, evitando che le persone si dirigano verso percorsi ostruiti o zone di pericolo.
La tecnologia si basa sulla specifica tecnica UNI CEN/TS 17951:2024 e richiede integrazione con sistemi di controllo centralizzati capaci di elaborare input da sensori, rilevatori di fumo, sistemi antincendio e protocolli di emergenza.
Per il progettista, l'implementazione degli AEELS richiede competenze multidisciplinari che spaziano dall'illuminotecnica alla domotica avanzata, dai protocolli di comunicazione alla gestione emergenze.
L'installazione comporta cablaggio dati dedicato, alimentazioni ridondanti per i sistemi di controllo e interfacciamento con infrastrutture IT esistenti. Sebbene la norma CEI EN 50172:2024 non prescriva l'impiego obbligatorio degli AEELS, la loro adozione costituisce elemento differenziante per progettisti che operano in segmenti high-end come ospedali, aeroporti, centri commerciali e edifici complessi.
Autonomia estesa: da 1 a 3 ore secondo i contesti applicativi
La CEI EN 50172:2024 stabilisce autonomia minima di 1 ora, allineandosi alla UNI EN 1838, ma raccomanda 3 ore di autonomia per contesti specifici che presentano complessità evacuativa o tempi di permanenza prolungati.
Sale espositive, aree di vendita, hotel, pensioni, strutture ricettive, case di cura residenziali, centri termali, parcheggi coperti e sotterranei, edifici alti superiori a 7 piani, ospedali, aeroporti e stazioni ferroviarie rientrano automaticamente nella raccomandazione di autonomia estesa.
Per luoghi di lavoro, scuole, stadi sportivi, teatri, cinema e sale riunioni, l'autonomia di 3 ore è raccomandata quando l'evacuazione non inizia immediatamente al manifestarsi dell'emergenza.
Questa distinzione temporale richiede al progettista valutazioni specifiche sui protocolli di evacuazione adottati dalla struttura e coordinamento con i responsabili della sicurezza.
Le attività ad alto rischio richiedono autonomia pari al tempo di persistenza del rischio, con minimo di 1 ora.
Per l'installatore, autonomie estese comportano dimensionamento maggiorato delle batterie, sistemi di ricarica più robusti e maggiore attenzione alla gestione termica dei componenti. Il calcolo dei carichi deve considerare non solo la potenza nominale degli apparecchi, ma anche i fattori di invecchiamento delle batterie e le condizioni ambientali di installazione.
Apparecchi di emergenza: identificazione obbligatoria e monitoraggio avanzato
La CEI EN 50172:2024 introduce requisiti specifici per migliorare affidabilità e manutenibilità degli apparecchi di emergenza conformi alla CEI EN IEC 60598-2-22. L'installazione deve impedire disconnessioni involontarie, garantendo operatività permanente attraverso sistemi di fissaggio meccanico dedicati e protezioni contro manomissioni accidentali.
Il monitoraggio dello status della sorgente di sicurezza (standby, guasto, funzionamento) deve essere visualizzato in luogo appropriato.
Per apparecchi autonomi installati ad altezze elevate dove il LED di segnalazione non risulta ispezionabile, la norma raccomanda sistemi automatici di verifica (ATS), creando opportunità di upgrading per installazioni esistenti e differenziazione nell'offerta di nuovi impianti.
L'identificazione obbligatoria di ogni apparecchio costituisce la novità più rilevante per l'installatore: entro 20 cm da ciascun apparecchio deve essere presente identificazione chiara con numero dell'apparecchio, del circuito e del quadro di collegamento. Questa prescrizione, assente nelle precedenti edizioni, facilita le operazioni di verifica periodica secondo la norma UNI CEI 11222, e riduce i tempi di intervento manutentivo.
Per impianti con oltre 50 apparecchi, la norma CEI EN 50171:2022 raccomanda sistemi di verifica automatica (ATS) che automatizzano test periodici, riducono costi manutentivi e forniscono reportistica dettagliata sullo stato di ogni componente. L'integrazione di sistemi ATS rappresenta opportunità di business per installatori specializzati in building automation e manutenzione predittiva.
Tempi di attivazione: le discrepanze normative da conoscere
La CEI EN 50172:2024 raccomanda per illuminazione di esodo e antipanico un tempo di attivazione ≤ 2 secondi, per raggiungere il 100% dell'illuminamento richiesto. Questa specifica, scontata con apparecchi LED moderni, evidenzia una discrepanza significativa con la UNI EN 1838, che prescrive tempi fino a 60 secondi per le stesse applicazioni.
Per aree ad alto rischio, la UNI EN 1838 richiede tempo di attivazione ≤ 0,5 secondi per raggiungere il 50% dell'illuminamento.
Questa incongruenza normativa richiede al progettista interpretazione prudenziale, adottando i requisiti più restrittivi per garantire conformità completa.
L'installatore deve verificare le specifiche tecniche degli apparecchi, considerando che tempi di attivazione rapidi dipendono dalla tecnologia LED e dalle caratteristiche del sistema di controllo. Apparecchi con lampade fluorescenti o con sistemi di preaccensione possono non rispettare i nuovi requisiti temporali, richiedendo sostituzione o upgrade tecnologico.
Cablaggio e protezioni: prescrizioni specifiche per impianti centralizzati
L'Allegato D della CEI EN 50172:2024 fornisce prescrizioni specifiche per il cablaggio degli impianti di illuminazione di sicurezza centralizzati. Il cablaggio tra sorgente di alimentazione dei servizi di sicurezza e quadro di distribuzione principale deve essere protetto da cortocircuiti e guasti a terra, estendendo l'obbligo anche ai circuiti a valle secondo la CEI 64-8. La protezione da sovraccarico risulta facoltativa nei luoghi ordinari, ma obbligatoria nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio, dove serve a contrastare cortocircuiti non franchi con impedenza di guasto elevata. Questa distinzione richiede al progettista classificazione accurata degli ambienti e selezione appropriata delle protezioni.
La nona edizione della CEI 64-8 non ammette più differenziali sui circuiti di sicurezza.
Per impianti centralizzati con UPS, la protezione dai contatti indiretti è garantita quando l'UPS alimenta dalle batterie, purché il sistema sia isolato da terra (sistema IT-temporaneo). Questa modifica normativa impatta significativamente la progettazione di impianti centralizzati esistenti e richiede revisione delle soluzioni tecniche consolidate.
Il vincolo "un solo circuito di alimentazione per cavo" garantisce indipendenza dei circuiti secondo CEI 64-8 art. 560.7.1, impedendo che guasti su un circuito compromettano altri. Per l'installatore, questo comporta maggiore attenzione nella fase di posa e documentazione accurata dei percorsi per facilitare future manutenzioni.
Vie di esodo: requisiti illuminotecnici ridefiniti per ogni geometria
La UNI EN 1838:2025 ridefinisce completamente i requisiti illuminotecnici per le vie di esodo, introducendo specificazioni geometriche precise. Per vie fino a 2 metri di larghezza, il requisito di 1 lx si estende all'intera fascia centrale di larghezza pari alla metà della via, sostituendo il precedente vincolo sulla linea mediana e migliorando uniformità luminosa. Le vie più larghe di 2 metri richiedono 1 lx su tutta la superficie calpestabile, escludendo solo una fascia perimetrale di 0,5 metri. Questo approccio elimina la precedente possibilità di trattare vie ampie come strisce parallele, richiedendo copertura illuminotecnica più estesa e uniforme. Per vie di esodo non chiaramente definite in aree aperte, l'illuminazione deve essere fornita sul percorso più breve attraverso l'area, garantendo 1 lx su fascia di almeno 2 metri di larghezza. Questa prescrizione interessa particolarmente atri, hall e spazi commerciali dove i percorsi di evacuazione attraversano aree non delimitate fisicamente.
Il progettista deve utilizzare software di calcolo illuminotecnico per verificare il rispetto dei nuovi requisiti, considerando fattori di manutenzione delle sorgenti LED, coefficienti di riflessione delle superfici e distribuzioni luminose degli apparecchi. L'installatore deve prestare particolare attenzione al posizionamento, per evitare zone d'ombra che compromettano l'uniformità richiesta.
Punti di enfasi: dove e come garantire visibilità critica
La UNI EN 1838:2025 ridefinisce i punti di enfasi, introducendo nuove ubicazioni critiche per la sicurezza.
Planimetrie per l'evacuazione richiedono apparecchio entro 2 metri con illuminamento ≥ 5 lx sul piano verticale, garantendo leggibilità delle informazioni di esodo anche in emergenza.
I punti di chiamata ascensore necessitano di apparecchio entro 2 metri, fondamentale per interventi di soccorso e gestione di persone intrappolate. I corridoi dagli ascensori verso la via di esodo più vicina richiedono illuminazione adeguata per garantire percorso sicuro dall'eventuale punto di sbarco in emergenza.
Comandi di rilascio, porte bloccate elettronicamente richiedono illuminamento ≥ 5 lx sul piano verticale entro 2 metri, permettendo rapido accesso e sblocco in situazioni critiche. Allarmi illuminati nei servizi igienici necessitano di 5 lx sul piano verticale per migliorare visibilità e facilitare interventi di soccorso.
La precisazione sui cambi di direzione stabilisce che l'apparecchio è necessario solo se la direzione non è chiaramente intuibile, consentendo ottimizzazione del numero di apparecchi in alcuni contesti. Questa valutazione richiede competenza progettuale nell'analisi dei percorsi e nella psicologia dell'evacuazione.
Segnaletica di sicurezza: luminanza e posizionamento ottimizzati
La UNI EN 1838:2025 introduce modifiche sostanziali per la segnaletica di sicurezza. Segnali luminosi sempre accesi (SA) diventano obbligatori dove le persone hanno scarsa familiarità con i luoghi, superando la precedente raccomandazione e rendendoli essenziali in edifici aperti al pubblico come centri commerciali, ospedali e stazioni.
In modalità di emergenza, i segnali illuminati internamente devono garantire luminanza ≥ 2 cd/m², mentre quelli illuminati esternamente richiedono illuminamento verticale ≥ 5 lx. Questo nuovo vincolo per l'illuminazione esterna garantisce visibilità adeguata anche per segnali non autoilluminanti.
Il posizionamento della segnaletica deve avvenire tra 2 e 3 metri dal pavimento (misurati alla base del segnale), ampliando la flessibilità rispetto al precedente limite massimo di 2 metri. Questa maggiore flessibilità permette migliore visibilità in diverse configurazioni spaziali, particolarmente utile in ambienti con soffitti alti o geometrie complesse.
Per l'installatore, i nuovi requisiti comportano revisione delle installazioni esistenti e upgrade della segnaletica per conformità normativa. La verifica dell'illuminamento verticale sui segnali esterni richiede strumentazione fotometrica e competenze in misurazioni illuminotecniche.
Opportunità professionali nel settore dell'illuminazione di emergenza
L'evoluzione normativa apre significative opportunità di business per progettisti e installatori che sviluppano competenze specialistiche.
L'illuminazione di area locale richiede consulenza multidisciplinare che integra illuminotecnica, sicurezza antincendio, gestione emergenze e building automation. I sistemi AEELS necessitano competenze in domotica avanzata, protocolli di comunicazione e integrazione con sistemi di sicurezza esistenti.
Le nuove competenze richieste spaziano dalla capacità di utilizzo di strumentazione fotometrica di classe per verifiche quinquennali, alla progettazione di sistemi ATS per il monitoraggio automatico di impianti complessi. La conoscenza approfondita delle discrepanze tra diverse norme permette interpretazione prudenziale e proposta di soluzioni tecniche ottimizzate.
Il ruolo strategico dell'installatore-progettista si evolve verso consulenza specialistica che accompagna il cliente dall'analisi iniziale dei rischi alla manutenzione predittiva degli impianti. L'integrazione tra illuminazione di sicurezza, building automation e sistemi di gestione energetica crea sinergie tecniche e commerciali, che differenziano l'offerta professionale nel mercato elettrico.