
Con la fine dello Scambio sul Posto, lo storage oltre il MWh diventa strategico per l’autoconsumo nel terziario e nell’industria.
È un’opportunità concreta per risparmio, continuità operativa e servizi di rete.
Servono pertanto nuove competenze e visione tecnica.
Il mondo dell’energia sta cambiando, e lo sta facendo in fretta.
Dopo anni in cui lo Scambio sul Posto (SSP) ha rappresentato una certezza per chi installava impianti fotovoltaici, oggi ci troviamo di fronte a un nuovo scenario: ARERA, con la deliberazione 78/2025/R/efr, ha confermato la prossima chiusura dello SSP in attuazione del D.M. 457/2024 e del D.Lgs. 199/21. La transizione è ormai ufficiale:
- Gli impianti fotovoltaici dovranno entrare in esercizio entro il 29 maggio 2025;
- La domanda di accesso al SSP va presentata al GSE entro il 26 settembre 2025.
Dopo questi termini, il meccanismo non sarà più disponibile e non sarà più possibile rinnovare le convenzioni SSP al termine dei 15 anni di validità. Il futuro si chiama Ritiro Dedicato (RID) e, soprattutto, autoconsumo.
In questo nuovo assetto, lo storage di grande taglia — ovvero sistemi di accumulo energetico superiori al megawattora (MWh) — diventa una tecnologia cruciale.
Non stiamo parlando delle classiche batterie da qualche chilowattora per villette monofamiliari: si entra nel campo degli impianti per il settore terziario e industriale, progettati per aziende energivore, capannoni, centri commerciali, impianti sportivi, ospedali e strutture pubbliche.
Il motivo è semplice: senza più il meccanismo dello scambio sul posto, diventa vitale trattenere localmente l’energia prodotta e gestirla nel tempo con logiche di efficienza economica ed energetica. Ecco perché chi lavora come installatore, progettista o tecnico nel settore elettrico, oggi deve conoscere le opportunità tecniche e normative, capire quando e dove lo storage ha senso installarlo (e quando no), saper consigliare e progettare soluzioni evolute per clienti business che vogliono autonomia, risparmio e flessibilità.
Driver tecnici ed economici per lo storage oltre il MWh
Con la fine dello Scambio sul Posto, il quadro energetico italiano richiede una riflessione seria su come valorizzare al meglio l’energia prodotta in loco.
Per le utenze del terziario e dell’industriale, la taglia giusta è spesso ben oltre i 100 kWh: oggi parliamo di storage oltre il megawattora, veri e propri sistemi avanzati di gestione energetica. Ma perché puntarci davvero?
Prezzo dinamico dell’energia e autoconsumo intelligente
Il costo dell’energia non è più fisso, ma segue logiche di mercato sempre più volatili. Le ore diurne — quelle in cui il fotovoltaico produce di più — sono spesso caratterizzate da prezzi bassi o addirittura negativi nei mercati all’ingrosso. Al contrario, la sera i prezzi salgono alle stelle. Avere un sistema di accumulo permette di spostare l’uso dell’energia prodotta quando conviene di più, massimizzando il ritorno economico.
Dimensionamento e taglie ottimali
Nel settore terziario e industriale, è facile arrivare a consumi giornalieri di decine di MWh.
Uno storage da 1 o 2 MWh può quindi assorbire i picchi di produzione e rilasciarli quando l’impianto non produce.
Stabilizzazione della rete e supporto alla continuità
Sempre più imprese, specie in aree con bassa qualità della rete, stanno investendo nello storage per garantire stabilità di tensione e continuità operativa. In alcuni casi, si integrano gruppi di continuità con batterie al litio o sistemi ibridi con inverter bidirezionali.
Incentivi e vantaggi fiscali
Mentre attendiamo i prossimi decreti attuativi per le CER e il nuovo quadro del RID, è già chiaro che gli impianti con storage integrato potranno godere di un trattamento preferenziale in molte misure pubbliche, a partire dai bandi regionali fino agli incentivi PNRR. Inoltre, è giusto ricordare che il superammortamento per beni strumentali può includere lo storage, così come le soluzioni in leasing operativo permettono di superare l’ostacolo dell’investimento iniziale.
Le tecnologie disponibili per lo storage di grande taglia
Con la progressiva dismissione dello Scambio sul Posto, lo storage di energia elettrica non è più un'opzione futuribile, ma una soluzione concreta e strategica, soprattutto nel mondo del terziario e dell'industria. Ma attenzione: quando si parla di sistemi di accumulo oltre il MWh, le soluzioni tecniche cambiano radicalmente rispetto ai classici accumuli residenziali da 5-10 kWh. Serve conoscere bene le tecnologie disponibili, le loro caratteristiche e i contesti d’applicazione.
Batterie agli ioni di litio (Li-ion)
Sono le più diffuse anche nei grandi sistemi. Offrono elevata densità energetica, cicli di vita lunghi (fino a 6.000 cicli) e tempi di risposta rapidi. Si usano spesso in applicazioni commerciali, industriali e utility scale, anche in configurazione containerizzata.
Tra i Pro annoveriamo: l'efficienza >90%, modularità, maturità tecnologica.
Tra i Contro: la sensibilità termica, costo iniziale elevato, problematiche di riciclo.
Le taglie tipiche sono da 100 kWh a decine di MWh.
Batterie al sodio (Na-ion o sodio-zolfo)
Tecnologia emergente ma promettente, soprattutto in Europa, per via dell’indipendenza da materie prime critiche. In particolare, le batterie sodio-zolfo sono impiegate per accumuli stazionari su larga scala (oltre 1 MWh), anche in ambienti remoti o con basse esigenze di manutenzione.
Tra i Pro: costo ridotto, buona resistenza alle alte temperature, cicli lunghi, e , tra i contro Contro: bassa densità energetica rispetto al litio, meno diffuse sul mercato.
Batterie a flusso (redox flow)
Sistemi che utilizzano elettroliti liquidi, ideali per applicazioni di lunga durata. Possono immagazzinare grandi quantità di energia (fino a centinaia di MWh) e sono particolarmente adatti in contesti in cui la durata della scarica è più importante della potenza immediata.
Per questa tipologia registriamo tra i Pro: lunga durata (oltre 10.000 cicli), indipendenza tra potenza e capacità.
Mentre tra i Contro: ingombro maggiore, costi ancora elevati.
Accumulo meccanico e termico
Meno diffusi, ma in forte crescita grazie a progetti europei.
Tra questi:
- Accumulo gravitazionale (tipo Energy Vault): sfrutta il sollevamento di masse pesanti;
- Aria compressa (CAES): usata in cavità sotterranee;
- Accumulo termico (TES): usato in combinazione con impianti cogenerativi.
Queste tecnologie offrono taglie molto grandi (anche superiori ai 100 MWh), ma sono più adatte ad ambienti industriali con spazi dedicati. Nel settore terziario e industriale trovano applicazione in ambiti quali il ritorno sull’investimento (ROI), l’autoconsumo, il peak shaving e la continuità operativa.
Applicazioni concrete nel terziario e nell’industria
Con lo Scambio sul Posto ormai ai titoli di coda, il settore terziario e industriale si ritrova davanti a una nuova realtà: l’autoconsumo diretto con accumulo diventa il centro della strategia energetica. Gli impianti FV senza una batteria non bastano più: bisogna stoccare l’energia e usarla quando serve davvero. Ma dove stanno le vere opportunità?
Autoconsumo e taglio delle bollette
Per un’azienda con un impianto fotovoltaico da 300 kWp e consumi distribuiti nelle fasce F1 e F2, uno storage da 1 MWh permette di coprire gran parte dei fabbisogni serali o nei picchi, portando l'autoconsumo dal 30-40% fino al 70-80%.
Se l’autoconsumo aggiuntivo è di 300 MWh/anno, con un PUN medio di 0,15 €/kWh, il risparmio è di circa 45.000 €/anno.
Peak shaving e riduzione delle penali
Molte aziende pagano salate bollette non solo per l’energia, ma anche per i picchi di potenza. Usare un accumulo per “limare” i carichi di punta riduce la potenza impegnata e abbatte costi fissi e penali.
In combinazione con fotovoltaico e incentivi, si arriva anche a 5-7 anni di ritorno economico, molto interessante nel contesto industriale.
Backup e continuità operativa
Settori come logistica, alimentare o manifatturiero non possono permettersi blackout. Gli storage (soprattutto quelli con inverter di tipo off-grid) diventano sistemi di continuità avanzata, integrabili con i quadri esistenti.
Partecipazione al mercato dei servizi di rete (MSD)
Nel caso di installazioni di taglia elevata, è possibile vendere servizi di regolazione alla rete elettrica. Terna e ARERA stanno aprendo progressivamente a questa possibilità, in particolare per impianti sopra i 500 kW.
Norme tecniche aggiornate per sistemi di accumulo oltre il MWh
CEI 0-21 V2:2025 – Connessione in bassa tensione
La versione consolidata della norma CEI 0-21, pubblicata ad aprile 2025, integra la Norma CEI 0-21:2022-03, la Variante V1:2022-11, la Variante V2:2024-01, l'Errata Corrige V2/EC:2024-03 e l'Errata Corrige V2/EC2. Questa versione consolidata non sostituisce la norma base e le varianti citate, ma costituisce un documento di lavoro predisposto per comodità del lettore.
CEI 0-16 V4:2025 – Connessione in media e alta tensione
La Variante 4 della norma CEI 0-16, pubblicata a febbraio 2025, modifica i seguenti Allegati:
- Allegato M: sostituzione del riferimento alla tecnologia GPRS con LTE.
- Eliminazione degli Allegati K e X: si rimanda all'Allegato A.79 del Codice di rete di Terna.
Queste modifiche sono finalizzate a migliorare l'interoperabilità e la standardizzazione delle comunicazioni tra dispositivi nelle reti di media e alta tensione.
IEC TS 62933-2-3:2025 – Performance dei sistemi di accumulo in sito
Nel 2025 è stata pubblicata la IEC TS 62933-2-3, che specifica i parametri unitari e i metodi di prova per valutare e verificare le prestazioni dei sistemi di accumulo di energia elettrica (EES) durante l'operazione in sito. Questa specifica tecnica fornisce linee guida per la valutazione delle prestazioni dei sistemi EES dopo la messa in servizio, contribuendo a garantire la loro efficienza e affidabilità operativa.
Circolare DCPREV n. 21021 del 23 dicembre 2024 – Linee guida di prevenzione incendi per BESS
Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha emanato, con la Circolare n. 21021 del 23 dicembre 2024, le linee guida per la progettazione, realizzazione e l'esercizio dei sistemi di accumulo di energia elettrica (BESS). Il documento fornisce metodologie per l'analisi del rischio e la definizione delle misure di sicurezza antincendio da adottare in funzione delle caratteristiche dell'impianto.
Nuove competenze e opportunità di business
Diciamolo chiaramente: lo storage di grande taglia non è un lavoro da dilettanti. Ma per gli installatori e i progettisti pronti a mettersi in gioco, rappresenta una delle più grosse opportunità di mercato del prossimo decennio.
Nuove competenze tecniche richieste
Chi vuole lavorare con impianti di accumulo sopra il MWh deve iniziare a familiarizzare con una serie di aspetti molto diversi dal classico fotovoltaico residenziale:
- Connessione in media e alta tensione: non basta più il contatore Enel. Si lavora con cabine MT/BT, protezioni selettive, sistemi di controllo avanzati e normative CEI 0-16 e 0-21.
- Sistemi di gestione energetica (EMS): ogni grande impianto storage deve dialogare con software intelligenti che orchestrano carichi, produzione, accumulo e scambi con la rete. Chi sa integrarli (o almeno capirli) ha una marcia in più.
- Infrastrutture di sicurezza: i grandi BESS richiedono antincendio, raffreddamento, sistemi di monitoraggio H24, e gestione dei guasti. Non si può improvvisare.
- Conformità normativa: bisogna conoscere (o collaborare con chi conosce) le direttive italiane ed europee su accumulo, sicurezza elettrica, gestione dei RAEE e rischio incendio.
I contesti più interessanti e i business potenziali
Gli impianti oltre il MWh trovano applicazione in contesti dove l’energia è una risorsa strategica, non una voce di costo qualsiasi:
- Grandi edifici terziari (ospedali, centri commerciali, università): qui si punta su stabilità energetica, backup e riduzione dei costi in bolletta.
- Industria energivora: dove anche un minuto di blackout può costare migliaia di euro, lo storage è un’assicurazione attiva. Inoltre, può generare ricavi vendendo servizi di rete (es. Fast Reserve).
- Logistica e data center: sempre più sensibili ai temi di continuità operativa e sostenibilità. Qui si integrano spesso BESS + fotovoltaico + gruppi elettrogeni intelligenti.
- Aziende con impianti FER sovradimensionati: un BESS consente di accumulare l’energia non autoconsumata e usarla nei momenti più redditizi.
Lo storage oltre il MWh è già qui
Chi pensa che lo storage sia ancora roba “da futuro” ha già perso il treno.
Gli impianti di accumulo sopra il MWh sono realtà operativa in tutta Europa e stanno arrivando anche in Italia con una velocità che sorprende pure gli addetti ai lavori. La fine dello Scambio sul Posto, la crescita delle fonti rinnovabili non programmabili, le spinte normative e le nuove esigenze del mercato elettrico fanno da carburante a un mercato in pieno decollo.
Per gli installatori e i progettisti questo si traduce in una sfida enorme, ma anche in un’occasione unica: chi si forma, si specializza e stringe le giuste alleanze può davvero diventare protagonista della nuova era energetica.
Un'era fatta non solo di watt, ma di flessibilità, algoritmi, modelli di business innovativi… e soprattutto visione.